Biografia
Claudia De Benedittis nata a Roma in una famiglia cosmopolita, impara fin da piccola ad abbracciare ed accogliere culture diverse. Si avvicina alla pittura ad olio grazie al prozio, il maestro Raymond De Botton che incontra a Ginevra in occasione di periodiche riunioni familiari.
Spinta dall'esigenza di cogliere istantanee dal mondo, si ispira alla fotografia di viaggio anche attraverso le pubblicazioni che il padre, in forza ad una compagnia aerea, le regala.
Prosegue autonomamente la sua indagine pittorica fino all'incontro con Claudio Valenti, con cui perfeziona la tecnica della pittura ad olio ed impara a trasformare in concretezza compositiva ogni idea creativa.
In anni più recenti, grazie al maestro Rubén Belloso Adorna, sperimenta con successo la tecnica del pastello soft scoprendone il fascino materico e sensuale; diventa così socia di PASIT Associazione Pastellisti italiani.
Mossa dal desiderio di apprendere un nuovo linguaggio espressivo, si approccia alla fotografia sotto la guida di Barbara Gravelli, dando in questo modo vita al personale connubio creativo tra pittura e personali scatti fotografici.
Ha partecipato a diverse mostre ottenendo da parte del pubblico un notevole apprezzamento per l'impatto emotivo che suscitano le sue opere che ritraggono stati dell'animo umano, immagini della natura ed espressioni del mondo animale.
Una anonima ammiratrice la ritrae con queste parole.
"Ci sono donne come Claudia che guardano con l'anima e fissano i pensieri, le immagini, le passioni più profonde con uno scatto o con una pennellata. In un attimo piccolo, ma infinito ci regalano per sempre tutto questo con levità".
Contatti
Sito Internet: https://www.claudiadeb.com/
E-mail: claudia.deb@alice.it
E-commerce:
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/claudia.debenedittis.3 Visione artistica
PAROLE DI POETICA
Racconto il mio pastello soft
a cura di Ilaria Mulè
Ho iniziato con la pittura a olio, che mi piaceva per la brillantezza e la scorrevolezza del tratto. Ho provato anche l’acquerello, che però non mi ha entusiasmato. Poi ho visto i dipinti a pastello morbido del maestro Rubén Belloso Adorna, che mi hanno subito attratto e di cui ho approfondito lo studio in occasione di un suo workshop a Roma. Mi sono appassionata a questa tecnica, mi ci sono riconosciuta, per poi scoprire che mi apparteneva da sempre.
Quando avevo all’incirca quindici anni e mia sorella ventotto, le rubai prima i pennelli, poi i pastelli (ne conservo ancora tre o quattro in un astuccio, come una reliquia). Grazie a questi piccoli furti ebbi modo di fare i miei primi quadri. Trent’anni fa la tecnica del pastello morbido non era ancora largamente conosciuta, quando l’ho ritrovata, mi ha assorbito. È un amore a prima vista, riscoperto una seconda volta, ormai per sempre.
Il pastello secco contiene una bassissima percentuale di legante, o colla, il pigmento resta per questo puro e molto luminoso. Riesco così a esprimermi con una rapidità d’esecuzione che l’olio non permette. Adesso, avendo la necessità di rappresentare immediatamente quello che sento, posso farlo seguendo l’impulso creativo, prima che un’altra emozione sopraggiunga.
Se si sceglie questa modalità esecutiva, però, si deve avere un’idea iniziale chiara di quello che si vuol fare, sapere per esempio quali strati sovrapporre e che cosa sfumare. Il rischio è quello di saturare il colore senza che si possa aggiungere un’ulteriore tocco, quindi esaurirne le possibilità di vibrazione tonale. L’olio per questo motivo mi rimane stretto, anche se ha il pregio di non aver bisogno della protezione del vetro: messo il colore sulla tela, così rimane. Le mie produzioni a pastello soft, invece, sono vulnerabili: non metto lo spray fissativo, perché rischierei un’alterazione cromatica. Finché il quadro non ha vetro e cornice, per me non è finito.
Per il contatto diretto e sensoriale con la materia, intrattengo con il quadro un rapporto che definirei erotico. Molti lavorano avvalendosi di strumenti, che di certo possono essere d’aiuto, ma io uso i polpastrelli e a volte anche l’intero palmo della mano. Pur considerando l’eventuale irritazione per le polveri, non riesco a farne a meno. C’è stato un periodo, difficilissimo per la mia carriera, in cui ho avuto problemi al polso e un’allergia alla pelle tale da non poter più usare il tatto. Ma poi ho continuato a lavorare!
Il pastello soft è fenomenale per quanto è lavorabile. Metto il colore su carta o su tavola, poi lo stendo. L’intensità la calibro con la pratica. Amo tutte le mie creazioni. Le composizioni a pastello sono racconti che mi passano tra le dita.
Il quadro nasce dalle mie mani. Formulo mentalmente l’immagine. L’incubazione del primo germe creativo può durare del tempo. Se vedo una scena che sarebbe bellissimo riprodurre, possono passare degli anni, ma non la dimentico, maturo l’idea. Finché non le do forma, mi perseguita.
Sento una forza creatrice dal di dentro. Quando finalmente completo il dipinto, vivo come dopo un lungo travaglio un atto di estraniazione. Quando il quadro è finito, dispone di una vita sua, è ormai diventato altro da me.
La scelta dei miei soggetti può essere mossa dalla bellezza figurativa di ciò che è al di fuori di me oppure da una suggestione interiore, un’intuizione intellettuale, uno stato d’animo.
Ritraggo figure umane dai volti assorti, con atteggiamenti o pose assunte casualmente.
Ritraggo animali, affascinata dalla loro dolcezza e rapita dalla loro anima.
Ritraggo paesaggi. Rispetto fedelmente il dato reale e ne mantengo inalterata la bellezza e poesia, oppure rappresento una natura ferita e in pericolo.
Poi ci sono momenti in cui il mio inconscio mi spinge a immagini più intime, in cui sfogo complessi stati d’animo se non addirittura presentimenti. Passo istintivamente da uno stile figurativo ad uno più surrealista, adeguandolo all’ispirazione.
Ricordo che da ragazza viaggiavo spesso (mio padre lavorava in una compagnia aerea). Mi capitava di ritrovare le luci e i colori dei paesaggi esotici nella rivista National Geographic, da cui ho iniziato a prendere ispirazione per i miei primi dipinti a olio.
Oggi sono anche fotografa e dispongo di immagini che sono il risultato di un personale lavoro creativo: dalla fase in cui si punta l’obiettivo, alla scelta dell’inquadratura e della luce. Alcuni scatti evolvono nel pastello.
La foto mi consente, ogni qualvolta la rivedo, di rientrare in risonanza con il contesto e il soggetto stesso, avvertendo ancora vivida l’impressione originaria.
Il dipinto, quando è finito, non mi parla più; una volta concluso, non sento più la scintilla iniziale. La mia speranza è che si accenda in coloro che lo vedono e si emozionano a loro volta.
Manifestazioni
Galleria Domus Romana con l’opera “Inquietudine” – aprile 2016 Sale del Bramante in Piazza del Popolo con la collettiva “Percorsi tra visione e realtà” - aprile 2017 Scuderie Estensi di Tivoli alla I° ed. Italiana della “mostra Internazionale del Pastello” – ottobre 2017 Complesso di Vicolo Valdina della Camera dei Deputati all'evento “Una solida leggerezza”, inaugurato dalla Vice presidente della Camera ideato per celebrare il mondo femminile - dicembre 2017 Palazzo Velli in Trastevere con la manifestazione “Nothing but Art” - maggio 2018 Arte Borgo Gallery di Roma nella tripersonale “Aesthetics” – ottobre 2018 Galleria d’arte San Vidal a Venezia nella collettiva “Protagonisti” - marzo 2019 Palazzo della cancelleria in "Connessioni estetiche” – giugno 2019 Galerìa Aragòn a Barcellona in “Inside art” – settembre 2019 “L'arte incontra l'etichetta" esposizione personale presso lo storico L'Angolo Divino in uno speciale connubio Arte-Vino - luglio 2020 Museo Crocetti nella mostra collettiva "Aequilibrium" in occasione della Roma Art Week - novembre 2021 "Arte in Via" esposizione collettiva presso il MACC di Palazzo Venturi patrocinata dal Comune di Campagnano di Roma - dicembre 2021- gennaio 2022
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